Si confondono ancora i prodotti biologici con quelli da metodi di agricoltura integrata. Si sa poco o nulla dell’esistenza di un sistema di certificazione che, di fatto, rende il prodotto biologico doppiamente controllato in quanto, oltre a dover rispettare le norme dei prodotti convenzionali, deve anche rispettare quelle che fanno sì che possa essere riconosciuto come biologico.
Che deve fare quindi un consumatore avveduto quando si avvicina a un prodotto biologico?
Deve innanzi tutto accertarsi che sia tale leggendo l’etichetta. Oggi il settore del biologico si è dotato di un nuovo regolamento europeo (N. 834 del 2007) che consente di attribuire l’aggettivo “biologico” al prodotto mentre in precedenza sull’etichetta si trovava solo la dizione “prodotto da agricoltura biologica” e, quindi, l’attributo di biologico era in relazione al sistema di produzione e non al prodotto stesso. Oggi, inoltre, questo attributo può essere usato nella denominazione di vendita solo se il prodotto contiene almeno un 95% di ingredienti biologici (il restante 5% deve comunque rientrare in una lista di ingredienti ammessi). E solo su questi prodotti può essere applicato il logo comunitario, divenuto obbligatorio per i prodotti confezionati (purché le materie prime usate per la loro produzione provengano dai paesi membri della Comunità Europea).
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Liberamente tratto da:
https://wisesociety.it/incontri/flavio-paoletti-biologico-ne-vale-davvero-la-pena/
di Flavio Paoletti (Biologo)
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